Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha concesso una grazia completa e incondizionata a suo figlio Hunter Biden, scatenando intense polemiche sia tra i repubblicani che all’interno del suo stesso partito.
Le accuse a Hunter Biden
Hunter Biden era accusato in due distinti processi: uno in Delaware per possesso illegale di un’arma da fuoco, acquistata senza dichiarare la sua dipendenza da sostanze stupefacenti, e l’altro in California per evasione fiscale, con un mancato pagamento di almeno 1,4 milioni di dollari tra il 2016 e il 2019. Entrambi i reati potevano portare a una pena cumulativa di oltre 25 anni di carcere.
La decisione arriva a meno di due mesi dalla fine del mandato di Biden e contraddice la sua promessa di non interferire nei procedimenti giudiziari del figlio.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha giustificato la grazia sostenendo che Hunter è stato perseguito in modo ingiusto e selettivo, con il solo scopo di colpire lui politicamente.
Inoltre ha sottolineato che casi simili di evasione fiscale o violazioni legate all’acquisto di armi raramente portano a pene severe, specie in presenza di dipendenze già dichiarate e riparazioni finanziarie effettuate.
Joe Biden concede la grazia piena e incondizionata a suo figlio: Critiche e polemiche
La decisione è stata accolta con dure critiche da parte dei repubblicani, che l’hanno definita un abuso di potere, e persino da alcuni democratici, che temono ripercussioni sulla reputazione del partito.
Donald Trump, presidente eletto, ha ironizzato sulla grazia chiedendo provocatoriamente se includa anche gli “ostaggi del 6 gennaio”, riferendosi agli assalitori del Campidoglio che lui stesso aveva promesso di perdonare.
Questo gesto rischia di lasciare un segno duraturo sull’eredità politica di Biden, proprio mentre si avvicina il termine del suo mandato.
Gossip Chi, La Redazione
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