Benjamin Netanyahu è un personaggio centrale nella politica del suo paese per decenni, attualmente Primo Ministro di Israele.
È noto per il suo ruolo nella definizione della politica israeliana e per essere stato uno dei leader più longevi della Nazione. Andiamo ad indagare tutto quello che riguarda questa controversa figura politica nell’articolo di oggi. Restate sintonizzati fino alla fine!
Origine e Famiglia di Netanyahu
Nato come Benjamin (Bibi) Netanyahu il 21 ottobre del 1949 a Tel Aviv, in Israele.
La famiglia Netanyahu ha radici ebraiche ashkenazite, con origini polacche e lituane. Suo padre, Benzion Netanyahu, era uno storico e attivista sionista, specializzato nella storia degli ebrei spagnoli durante l’Inquisizione. Era anche un fervente sostenitore del revisionismo sionista. Mentre sua madre, Cela Segal (meno nota al pubblico) era il pilastro domestico della famiglia, ovvero era una casalinga con una forte educazione tradizionale.
Il primo ministro di Israele è il secondogenito di una famiglia di tre figli: Yonatan Netanyahu (fratello maggiore), eroe nazionale israeliano morto nel 1976 durante l’Operazione Entebbe, un famoso raid di salvataggio di ostaggi e Iddo Netanyahu (il più piccolo), medico e scrittore.
Moglie e Figli di Netanyahu
Il primo ministro israeliano Netanyahu è sposato con Sara Ben-Artzi, una psicologa e ex assistente di volo, dal 1991.
La coppia ha due figli: Yair Netanyahu, che di professione fa il commentatore e attivista politico e Avner Netanyahu, meno coinvolto nella politica, noto per il suo interesse per la cultura ebraica e il servizio militare.
Carriera Politica
Ha studiato negli Stati Uniti, laureandosi al MIT in Architettura e Scienze Politiche. Inoltre ha anche frequentato Harvard.
Oltre a questo servì nelle forze speciali d’élite israeliane (Sayeret Matkal), partecipando a diverse missioni di alto profilo.
Netanyahu entrò in politica come ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite negli anni ’80.
Successivamente è stato Primo Ministro per la prima volta dal 1996 al 1999, e poi dal 2009 al 2021. È tornato al potere nel 2022, diventando il leader più longevo della storia di Israele.
Accuse e Polemiche
Il leader israeliano è una figura polarizzante, lodato da molti per la sua fermezza politica ma criticato per diversi scandali:
- Corruzione: È stato accusato in tre casi di corruzione, frode e abuso di fiducia, che includono il caso “Case 1000” (regali da miliardari), “Case 2000” (accordi con editori di giornali) e “Case 4000” (favoreggiamenti a un’azienda attiva nel settore delle telecomunicazioni in cambio di ricevere copertura mediatica positiva).
- Autoritarismo: È stato criticato per politiche percepite come autoritarie e per aver limitato l’indipendenza delle istituzioni.
- Rapporti con i palestinesi: La sua politica dura nei confronti dei palestinesi, inclusa l’espansione degli insediamenti, ha attirato critiche internazionali.
Netanyahu mandato di arresto
La Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant, accusandoli di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi durante il conflitto a Gaza dopo il 7 ottobre 2023.
Tra le accuse ci sono attacchi contro civili, l’uso della fame come arma di guerra e altre azioni che avrebbero causato sofferenze enormi alla popolazione palestinese. La CPI ha basato queste accuse su prove come testimonianze, materiali audiovisivi, immagini satellitari e analisi di esperti.
Israele non riconosce la giurisdizione della CPI e non è firmatario dello Statuto di Roma, il trattato che istituisce la Corte. Di conseguenza, Netanyahu non verrà arrestato in Israele. Tuttavia, se il mandato verrà confermato, il leader potrebbe affrontare restrizioni significative nei viaggi internazionali, poiché i paesi firmatari dello Statuto avrebbero l’obbligo legale di arrestarlo se si trovasse sul loro territorio. Tuttavia, l’applicazione di tali mandati dipende molto dalla volontà politica degli Stati.
Questa situazione ha generato reazioni contrastanti a livello internazionale. Alcuni paesi difendono il diritto di Israele a proteggersi, sottolineando il contesto del conflitto con Hamas, mentre altri sostengono che i crimini imputati debbano essere affrontati legalmente per garantire il rispetto del diritto umanitario internazionale.
Infine Netanyahu resta una figura cruciale e controversa nella politica mondiale, ammirato dai suoi sostenitori per la sua capacità strategica e criticato dai detrattori per il suo stile di governo divisivo.
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