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Rita Montagnana chi era, Mimosa, Palmiro Togliatti, figlio, morte

In pochi sanno che il simbolo utilizzato per festeggiare la Giornata Internazionale delle donne, fu ideato da Rita Montagnana, esponente femminile di spicco del Partito Comunista Italiano, di cui fece parte.

Andiamo alla scoperta di questa colta, determinata e battagliera politica italiana.

Rita Montagnana

Rita Montagnana chi era?

Ferrea e decisa attivista politica, impegnata nelle lotte operaie durante la crisi economica del biennio rosso in Italia.

Antifascista e femminista, fu parlamentare del Partito Comunista Italiano e prese parte alla Costituente nel 1946.

Il suo impegno politico fu fondamentale per dare un volto alle donne nell’ambito politico, culturale e sociale del paese.

Biografia

Nacque a Torino il 6 gennaio 1895, da una famiglia benestante di tradizione ebraica, antifascista e di ideali socialisti, proveniente da Mondovì, in provincia di Cuneo.

Quarta figlia di una famiglia composta da sette figli, tra maschi e femmine.

I genitori di Rita Montagnana erano, il padre Moise Montagnana, e la madre Consolina Segre, che misero al mondo la primogenita Gemma, nel 1887, poi Lidia (1891), Clelia (1892), Rita del 1895, Mario del 1897, Massimo, e la figlia minore Elena, del 1900.

Il fratello, Mario Montagnana, ebbe un ruolo fondamentale come comunista e sindacalista del movimento operaio, e ricoprì diverse posizioni in politica.

La famiglia Montagnana abitava in un noto quartiere dalla forte vocazione industriale di Torino, chiamato Borgo San Paolo.

Sin da bambina, sia a lei che agli altri fratelli e sorelle, fu imposto il dover imparare qualche mestiere manuale.

Così incominciò a lavorare come sarta presso l’Atelier Sacerdote, alla giovanissima età di quattordici anni.

Consapevole dell’importanza del diritto delle donne nel lavoro, prese parte attivamente agli scioperi delle sartine torinesi, negli anni 1909-1911.

Nel 1911 il suo nome entrò nei membri della Camera del lavoro.

Sin dalla giovane età, si impegnò attivamente nella lotta operaia e femminile. Non appena maggiorenne, si iscrisse al Partito Socialista Italiano, in cui militò dal 1914, ricoprendo diversi ruoli, ad esempio, come dirigente del movimento giovanile, prima a livello provinciale e poi regionale.

Approfondiremo la carriera politica di questa battagliera e attivista più avanti. Perciò restate sintonizzati!

Età e segno zodiacale

L’età di Rita Montagnana quando venne a mancare era di ottantaquattro anni.

Rita Montagnana

Apparteneva al segno zodiacale del Cancro.

Non sono noti altri dati in merito alla sua altezza e il peso della donna.

I suoi resti riposano presso il Cimitero Parco di Torino.

Rita Montagnana marito e figlio

Nel 1924 sposò un suo collega del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti, con rito civile, che conobbe con l’avvento del regime fascista nella redazione di una rivista fondata dal Partito Socialista, L’ordine nuovo, diretta da Antonio Gramsci.

L’anno dopo, Palmiro Togliatti e Rita Montagnana misero al mondo il loro primo e unico figlio, Aldo Togliatti, che durante l’esilio della coppia in URSS (che li vide spostarsi in altri paesi come Francia, Spagna, e Svizzera) fu segregato nell’Istituto di Ivanovo, in Unione Sovietica.

Crescere lontano dai genitori causò una malattia mentale nel figlio di Rita Montagnana e Palmiro Togliatti, affetto da schizofrenia autistica.

Togliatti lasciò sua moglie per Nilde Iotti (ai tempi Deputata del Partito Comunista Italiano) nel 1948, di ventisette anni più giovane di lui. Il tradimento dell’uomo nei confronti di Rita, causò scalpore tra gli altri membri del partito.

La madre di Aldo Togliatti si prese cura di lui fino alla scomparsa dell’attivista politica, nel 1979. Dopodiché fu affidato a un istituto di cura a Modena, dove rimase fino alla sua morte all’età di 85 anni.

Carriera

Ricordiamo che il suo impegno politico prese il via quando si iscrisse alla Camera del lavoro, all’età di diciannove anni, nel 1911, quando era impiegata alla sartoria, la sua prima esperienza lavorativa, che conclude nel 1917, quando si impiegò nell’Alleanza Cooperativa Torinese.

Prese parte ai Moti di Torino, le rivolte dei proletari italiani del 1917 (conosciute anche come rivolte torinesi del pane).

Durante il biennio rosso, compreso tra il 1919-1920, contraddistinto da lotte di operai e contadini, spinti da una forte crisi economica nel settore del lavoro, Rita Montagnana partecipò alle proteste dei Consigli operai, nel 1919, e poi alle proteste che sfociarono nella occupazione delle fabbriche l’anno dopo.

Insieme al fratello comunista Mario, che poi sarebbe diventato Direttore de L’Unità, prese parte attivamente alla fondazione del Partito Comunista Italiano.

Inoltre, gettò le basi per fondare La Compagna, il giornale del movimento femminile comunista, nel 1922.

Partecipò al III Congresso dell’Internazionale comunista a Mosca, in Unione Sovietica, in qualità di delegata.

Con l’ascesa al potere del fascismo, la donna visse in clandestinità utilizzando il nome di Marisa, e dedicandosi all’attività politica anche dall’esilio con il marito Palmiro, nel 1926 in URSS (dove partecipò alla Scuola Leninista di formazione quadri), Spagna (durante la guerra civile negli anni 1937-1939), Francia, dove fu incaricata della Segreteria dell’organo estero del Pcd’I (Partito Comunista di Italia) e in Svizzera.

A seguito della liberazione dal fascismo e del suo rientro in Italia insieme a Palmiro Togliatti, in particolar modo, nel 1944 a Napoli, consapevole dell’importanza di rendere le donne italiane partecipe e protagoniste del panorama politico, sociale e culturale, fondò, in quell’anno, insieme ad altre colleghe, L’unione donne italiane (UDI), che dal 2003 diventò Unione donne in Italia.

Fu a capo dell’UDI in qualità di dirigente nazionale.

Nel 1946 entrò all’Assamblea Costituente (eletta nel XIII Collegio di Bologna) e in quell’anno insieme alla comunista Teresa Mattei, militante anch’essa nell’UDI e Teresa Noce, idearono il simbolo per rendere omaggio alle donne in occasione del 8 marzo, La Mimosa, che rappresenta l’energia, la tenacità e la forza delle donne.

Prese parte attivamente alla I Legislatura nelle vesti di Senatrice, venendo eletta nel Collegio di Imola.

Nel 1958 si ritirò dalla scena politica e si dedicò a prendersi cura del figlio Aldo, fino ai suoi ultimi giorni di vita, quando venne a scomparire nel luglio del 1979.

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Adry
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Fiera di appartenere alla Generazione dei Millennials, poliglota, appassionata di viaggi e di cinema, mi definisco una AFOL, sono una Nerd moderna, giro in bici, adoro leggere molto e restare informata sulle ultime news del gossip.

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